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biografia 

A.J. Mitar, nato nel Sud Italia, ecologista, ma anche appassionato di scienza e filosofia. Sin da bambino assiduo lettore di scrittori del calibro di Arthur C Clarke, Robert A Heinlein e Isaac Asimov. Si è in seguito trasferito a Reggio Emilia e ha conseguito la laurea in Ingegneria Elettronica nella vicina Parma. Dal 2013, autore di una moltitudine di romanzi e racconti, tutt’oggi continua ad appassionarsi alla fantascienza e a tutte le sue possibili sfumature.

 

Perché scrivo?

Me lo sono chiesto spesso.

Vorrei spiegare con sincerità e anticonformismo le ragioni che mi spingono a praticare questa nobile arte creativa.

Mi piace pensare che lo scrittore sia dotato di una certa attitudine emotiva. Egli ha una spiccata capacità di distinguere le sfumature. Desidera mostrare le cose così come sono, di scoprire la verità dei fatti e di registrarla a uso dei posteri (impulso storico). Vuole svelare un mondo traboccante di menzogne. Allora perché non denunciarne qualcuna? Magari semplicemente un fatto che ritiene degno d'attenzione. In fondo, la maggior parte degli argomenti preferiti da uno scrittore sono determinati dalla sua formazione, dall'epoca in cui vive. Quelle tumultuose e rivoluzionarie come la nostra sono un'immensa fonte d'ispirazione.

Nessun libro è genuinamente libero da influenze politiche: l'opinione che l'arte non debba aver niente a che fare con la politica è di per sé una posizione politica. La parola “politico” va intesa nell'accezione più ampia possibile (scopo politico).

A questo punto potreste obiettare: “Allora hai l'indole del giornalista?”

No, confesso che non potrei mai scrivere un articolo di giornale se ciò non fosse anche un'esperienza estetica. Infatti, l'entusiasmo estetico, la percezione della bellezza nel mondo esterno, nella fattispecie, delle parole nella loro giusta disposizione, è uno degli impulsi che spinge lo scrittore a creare. Il senso estetico potrebbe essere considerato flebile per qualcuno, ma lo scrittore gode con l'impatto di un suono contro un altro, quando percepisce la solidità di una buona prosa o il ritmo di un buon racconto.

Il desiderio di essere chiaccherato, magari ricordato dopo la morte, di prendersi la propria rivincita. Connubio tra vanità e semplice egoismo, altri impulsi potentissimi. Credo sia ipocrita disconoscere queste ultime ragioni.

Gli scrittori sono una minoranza della popolazione dotata e volitiva, determinata a vivere la propria vita per intero. Invece, la grande massa, dopo i trent'anni abbandona quasi del tutto il senso stesso dell'individuo, e vive principalmente per gli altri, o è oppressa dalle fatiche del lavoro. Lo scrittore no, c'è poco altruismo in lui. La maggior parte sono egocentrici e vanitosi, sebbene poco interessati al denaro.

Gli scrittori dividono queste caratteristiche con scienziati, artisti, politici impegnati, quindi con il meglio dell'umanità.

Lasciando da parte il denaro l'impulso dello scrittore è dovuto principalmente a queste ragioni.

www.ajmitar.com

 

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A.J. Mitar

Email: info@ajmitar.com

Web: www.ajmitar.com

 

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